L’investimento in diamanti rende in media il 4,5% all’anno.
I diamanti da investimento hanno reso negli ultimi dieci anni mediamente il 4,41% all’anno (fonte dati Rapaport) evidenziano che il rendimento è previsto in aumento, confermando di essere un ottimo bene rifugio che, oltre a tutelare dall’inflazione, ha incrementato il suo valore reale.
Negli ultimi 140 anni la quotazione dei diamanti è sempre e costantemente cresciuta, si è verificato un solo episodio in cui la loro quotazione è scesa.
Avvenne alla metà degli anni ’70, quando la crisi petrolifera determinò un lunghissimo periodo ad alta inflazione; la domanda crebbe esponenzialmente e De Beers intervenne immettendo scorte per calmierare i prezzi.
Chi avesse investito in diamanti prima della discesa dei prezzi e avesse atteso 5 anni prima di rivendere le proprie pietre, durata minima consigliata per l’investimento, avrebbe comunque guadagnato in linea capitale.
Detto questo una cosa è acquistare un diamante in gioielleria, un’altra è investire in diamanti; in questo caso occorre affidarsi a un istituto che offra garanzie e trasparenza delle quotazioni al momento dell’acquisto e che segua e sia affidabile anche e soprattutto nel post vendita essendo sempre a disposizione per i clienti, anche per riallocare il bene.
La Diamtrader garantisce:
- La certificazione di qualità riconosciuta internazionalmente (HRD – IGI Anversa/New York – GIA Gemmological Institute of America), che attesta la qualità dei diamanti relativamente a colore, purezza, taglio, simmetria e proporzioni, fluorescenza;
- l’importazione regolare con fattura di origine gravata di Iva, che è l’unico adempimento fiscale richiesto al diamante;
- la certificazione di origine, richiesta in adempimento alle quattro risoluzioni Onu del 2000, finalizzata ad attestare che la pietra non provenga da Paesi in guerra, legati al terrorismo o coinvolti nello sfruttamento dei minori;
- la polizza di assicurazione (su richiesta) che, oltre a rispondere in caso di furto o rapina, attesta la qualità e il valore dei diamanti;
- le quotazioni di riferimento;
- il tatuaggio laser del numero di certificato gemmologico sulla cintura del diamante (su richiesta);
- il servizio di custodia gratuita presso caveaux in primarie Banche coperti da polizza, in Italia, Francia, Inghilterra e Principato di Monaco.
Al contrario dell’oro, i diamanti hanno mostrato un andamento abbastanza "decorrelato" rispetto all’economia, il loro andamento è stato praticamente insensibile al crollo delle Torri gemelle, alla profonda crisi dei mercati finanziari del 2008, alle crisi valutarie, ai possibili default dell’euro, della Grecia, della Spagna o del Portogallo, alla grande crisi economica che stiamo attualmente attraversando ed alle minacce di situazioni quali Cipro e Slovenia.
In passato i diamanti hanno dato prova di essere un investimento protettivo sia in situazioni difficili che in fasi di espansione dell’economia, pertanto che anche in futuro svolgeranno egregiamente la loro funzione di bene rifugio.
Il diamante è il bene rifugio con il più alto valore per unità di volume e peso.
Rappresenta quindi un mezzo ideale per costituire un capitale da destinarsi a figli e nipoti: anche nei momenti più difficili il diamante ha ampiamente tutelato dall’inflazione.
E’ un investimento neutro fiscalmente, cioè non è soggetto a nessuna tassazione se non all’Iva, che però costituisce parte integrante della quotazione.
Non è un bene deteriorabile ed è facilmente trasportabile: 100.000 euro di oro pesano 2,5 kg, di diamanti meno di un grammo.
L’assenza di un fixing, potrebbe essere considerato un fattore critico, ma facilmente superabile: avvalendosi di società specializzate che pubblicano in modo trasparente le quotazioni di acquisto e di rivendita, tutto è più semplice.
I diamanti hanno presentato un rendimento più contenuto negli ultimi 10 anni dell’oro ma più stabile sul lungo periodo.
L’investimento in diamante garantisce una protezione del capitale e non è speculativo diversamente dall’oro che pur considerato il bene rifugio, le sue quotazioni sono soggette a forti oscillazioni, dovute a fattori che amplificano questi andamenti.
Ad esempio Etf e prodotti strutturati che rendono questa tipologia di investimento fortemente speculativa, quindi più adatta ad esperti od operatori di settore.
Ad esempio Etf e prodotti strutturati che rendono questa tipologia di investimento fortemente speculativa, quindi più adatta ad esperti od operatori di settore.
La quotazione del diamante (in USD) è decorrelata dall’andamento dei mercati, per questo offre rendimenti costanti.
E’ un bene al portatore, trasportabile che ha un valore intrinseco, materiale: esiste una grande differenza tra l’investimento in titoli o fondi e quello in un bene rifugio posseduto materialmente.
I beni rifugio rappresentano una corretta diversificazione del patrimonio in un ottica di lungo periodo: è consigliabile di non destinarvi più del 10-20% del patrimonio.
Non esiste però una dose "farmaceutica", dipende dalla dinamicità del singolo portafoglio: clienti più conservativi possono inserire anche percentuali maggiori, chi invece desidera un giardinetto più dinamico è preferibile non superi il 10%.
È fondamentale che i diamanti da investimento siano corredati da certificazione gemmologica riconosciuta internazionalmente, che garantisca sulle caratteristiche della pietra: il colore, il taglio, la simmetria e la proporzione, la fluorescenza, la trasparenza.
Per investire in diamanti non occorre quindi essere degli esperti, ma bisogna farlo affidandosi ad intermediari specializzati (Non in Banca).
Non vi è nessuna tassazione sul capital gain, quindi i rendimenti sono netti.